Google contro Master New Media: la retenovela continua
Pubblicato da Alberto
Il caso Robin Good (Master New Media) penalizzato da Google che si è trovato all’improvviso a gestire un calo di visite dell’ 70%, assume di giorno in giorno nuovi interessanti sviluppi.
Google non indicizza più le sue pagine che sono passate dalla prima di una ricerca alla 10 se non peggio. Per sua stessa ammissione, (pull)un aiuto a riprendersi gli è venuto dai blogger(/pull) che come me seguono il suo caso e contribuiscono a generare visite.
Sembrava che la causa fosse aver venduto gli annunci di Text Link Ads (pratatica deprecabile secondo lo stesso Robin che recita un tardivo mea culpa), ma ora saltano fuori altre interessanti implicazioni: commenti spam lasciati sugli articoli per troppo tempo, o domini multipli che puntano allo stesso IP e che creano contenuto apparentemente duplicato sul sito.
L’accaduto a mio avviso è una buona occasione per SEO, SEN e consulenti di marketing per apprendere qualcosa da questa esperienza, ma anche per il blogger che vuole imparare alcune tecniche per posizionare il suo sito nelle ricerche dei motori.
Aspetto le prossime puntate della “retenovela” su Master New Media.
Ricordo il mio post precedente Scappa da Text Link Ads! Se sei ancora in tempo… e un’interessate articolo di Camisani Calzolari a riguardo e sulla “questione digitale” in generale.
Riferimenti:
- Google bans a PR 7 website for selling paid Text Link Ads
- Penalizzazione di Google: Master New Media escluso dai risultati del principale motore di ricerca
- Web traffic: crollo improvviso di visite? Hai perso traffico da Google? Ecco cosa controllare
- Text Links E Google: Che Rischi Si Corrono A Vendere Text Links Sul Proprio Sito?
- Penalizzazione Google: Text Links E Redirect Non Colpevoli – Spam Comments? La Storia Continua
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Pubblicato sabato 18 Agosto 2007 alle 12:57
Ah, ecco spiegato l’arcano… Penso che TLA a questo punto sia l’ultimo degli indiziati…
Pubblicato sabato 18 Agosto 2007 alle 13:03
Comunque a Google non piacciono ugualmente e non solo a Google…
Ancora c’è da capirci qualcosa. Un fatto è certo: Google ha il coltello dalla parte del manico!