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DivShare Uploader: un fantastico plugin per WordPress

Avevo già parlato di DivShare, segnalandolo come un eccellente servizio di storage. DivShare Uploader, un comodissimo plugin per WordPress, lo rende senza rivali, ineguagliabile, perlomeno per i tantissimi aficionados di WordPress.

Il plugin non fa altro che integrare DivShare all’interfaccia del pannello di scrittura di un post, consentendo l’inserimento di files da caricare al momento o già precedentemente caricati su DivShare. In pratica si sostituisce all’uploader classico di WP al quale si può sempre tornare con un semplice pulsante di switch.

Le immagini possono essere inserite anche in thumbnail (vedi sopra), gli mp3 possono essere embeddati attraverso un flash player, mentre gli altri files sono direttamente disponibili per il download (vedi il link in fondo). Naturalmente occorre essere registrati al servizio.

Tutto ciò risolve di sana pianta il problema di quegli utenti (come me) che hanno poco spazio disponibile sul provider che ospita il proprio blog. Una soluzione perfetta! La domanda sorge spontanea: durerà gratuitamente?

Per ora funziona alla grande. Imperdibile.

  • calendario maestroalberto 2007.zip



Block Posters: farsi un poster con le proprie immagini

Scegli un’immagine dal tuo computer non più grande di un mb, la carichi su BlockPosters, decidi quanto la vuoi ingrandire e in quanti fogli (formato A4) la vuoi suddividere e ti viene generato un file in pdf pronto per la stampa.

Non resta che stampare, assemblare il nostro puzzle ed il gioco è fatto. Naturalmente non si deve badare allo spreco d’inchiostro e se si vuole ottenere immagini di qualità ci vuole una buona stampante.

Esiste anche un software opensource, gratuito che fa esattamente la stessa cosa: Posterazor.

A me è venuta in mente un’idea, lo userò per fare un cartellone di un australopiteco di dimensioni reali con i miei bambini domani a scuola. Speriamo che non mi chiedano di costruire un dinosauro con lo stesso metodo…

Visto su Go2Web2


Una Barca(mp) di idee

marcamp

La mia prima esperienza al BarCamp è stata positiva. Il MarCamp di ieri ad Ancona è stato un momento d’incontro e di scambio proficuo. Ho vissuto l’evento un po’ in disparte e in questo forse ho sbagliato. Più di una persona mi ha invitato a parlare e a raccontare la mia esperienza con Ricerche Maestre, ma ho voluto trascorrere una tranquilla giornata da attento osservatore.

Mi è comunque rimasto molto: lo spirito di accoglenza dei ragazzi marchigiani, la naturale simpatia del nutrito gruppo pugliese, l’improvvisata chiacchierata con chi mi ha riconosciuto e rivolto la parola, l’incontro diretto con alcune persone che da tempo conosco solo tramite posta elettronica, chat o i commenti nei blog.

Un sacco di idee al MarCamp. Per chi, come me, è abituato alle formazioni scolastiche, spesso noiose ed obbligate, l’evento è risultato essere sorprendentemente collaborativo, creativo ed estemporaneo, nell’accezione migliore del termine.

Non penso di fare torto a nessuno se dico che i momenti salienti dell’evento sono stati il “comizio” di Antonio Tombolini su “cosa e come vendere online, e anche un po’ il perché“, le cui idee sul Web sono una spanna avanti (direbbe il Giacomo del famoso trio comico) rispetto alla media degli addetti ai lavori, e la presentazione di Robin Good.

Quest’ultimo (foto) è stato la vera stella del MarCamp. Un personaggio veramente fuori dalle righe, con la sua trascinate carica taeatrale, che ricorda quella di un Beppe Grillo (spero non si offenda anche perché non sono l’unico ad averlo pensato), una vera e propria bomba di energia e di entusiasmo contagiante.

Ci ha travolto con il suo imperdibile slideshow (e che show!) “Diventa Boss Di Te Stesso” sulle strategie e i trucchi “su come usare un blog per aumentare la propria credibilità e per creare una propria fonte di guadagno alternativa“. Alla fine era tutto sudato e l’ovazione del pubblico è stata supermeritata e molto spontanea.

Troppo bravo. Mi chiedo: come si fa ad intervenire dopo un talento così? C’è solo un modo, offrire un buon bicchiere di vino come ha fatto Giovy

Un’esperienza da ripetere, anche se difficilmente potrò sentirmi a casa mia come nelle Marche, regione che amo e che ormai considero come una seconda patria in quanto vi trascorro gran parte del periodo primaverile ed estivo.

Links: MarCamp, le foto su Flickr


Sintesi vocale multilingua: Oddcast ed altri strumenti

Oddcast è un sinetizzatore vocale multilingua online. In pratica si digita o si incolla un testo da leggere nell’apposito campo, si sceglie la lingua (c’è anche l’italiano) e il lettore (vari personaggi maschili o femminili con un vero nome di persona) lo comincia a pronunciare.

I personaggi hanno tonalità e timbri vocali diversi, ma non è posibile intervenire sulla velocità della pronuncia. Inoltre non si possono salvare le nostre “letture” come files audio.

Esistono numerosi software di sintesi vocale con funzioni più complesse. In passato ho provato ReadPlease (c’è anche una versione gratuita) e l’opensource text2speech.

Questo tipo di software è spesso usato per l’accessibilità in rete e, in campo educativo, nel sostegno dei bambini diversamente abili. A questo proposito colgo l’occasione per segnalare l’esaltante esperienza di Chicco, che ci insegna come si può mantenere un podcast pur avendo la impossibilità di parlare con la propria voce.

Oddcast è stato visto su downloadblog

Il linguaggio delle icone

Zlango consente di creare messaggi per comunicare senza barriere linguistiche attraverso l’uso di icone che descrivono soggetti ed oggetti, azioni, stati d’animo, luoghi, situazioni…

I messaggi possono essere pubblicati, condivisi tramite posta elettronica ed inseriti in una pagina web. C’è anche la possibilità di usarlo con il telefonino per gli sms. Sopra per esempio, avrei scritto: “Il maestro ci ha dato un sacco di compiti per casa ed io torno e mi do per ammalato!“.

Mi ricorda i giochini svolti da certi vecchi software di scrittura per bambini, tipo Creative Writer. Simpatico e divertente.

Puoi stare un giorno senza computer? Partecipa (o no) all’esperimento planetario


Ovviamente la vita per la gente ormai sarebbe estremamente difficile senza computer, forse impossibile.
Se scomparissero per un giorno intero, poremo resistere? Sii parte di uno degli esperimenti globali più grandi della Rete.
L’idea che sta dietro all’esperimento e scoprire quante persone possono rimanere senza computer un giorno intero e cosa succederà se molti partecipano.
Spegni il tuo compuiter in questo giorno e scoprilo! Puoi sopravvivere 24 ore?


Questo è lo slogan della campagna Shutdown Day, il giono dello shutdown. Da oggi manca circa un mese, il giono deputato è il 24 marzo.

Io ho deciso di non partecipare… Sotto un video (divertente?) sugli usi alternativi del portatile…

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Maestro Alberto Scuola Primaria

Maestro Alberto albertopiccini.it
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