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La buona educazione del blogger contemporaneo
Pubblicato da Alberto
In questi giorni sono stato al centro di un caso che ha avuto una certa eco nella comunità dei bloggers italiani. Riassumo.
Ho pubblicato un post e mi sono accorto che una parte di esso ed una immagine da me creata (ospitata sul mio account di BubbleShare) erano state copiate da un altro blog.
Ne ho parlato con Luca Conti, Pandemia, e lui ha pubblicato un articolo di denuncia e di sostegno nei miei confronti, essendo in questo periodo molto vigile sul comportamento dei media italiani nel riferire notizie.
Si è creato un piccolo caso che si è risolto con il Mea Culpa di Googlisti, le loro scuse e con la piena comprensione da parte mia. Del resto ho scoperto la cosa perché frequento spesso il loro sito, che trovo interessante e che è stato per me anche spunto di idee per scrivere. Lo testimonia il fatto che è presente non solo tra i miei preferiti ma anche sul mio linkroll di Delicious da tempo.
La questione che, amaramente, ha addossato su di me anche qualche ingiusta critica, e la lettura di questo illuminate post di Enrica su Orientalia4All, offrono lo spunto per alcune considerazioni sulla blogosfera e sul comportamento dei bloggers:
- non tutti abbiamo la brillante dialettica e l’intuito di un Luca Conti, o la logorrea pungente e uno staff di collaboratori di un Beppe Grillo, fidiamoci delle nostre proprie capacità personali;
- è impossibile arrivare sempre per primi su un argomento e con ogni probabilità scriviamo di temi già trattati in altri luoghi, riportiamo dunque, citiamo, linkiamo, parafrasiamo, ma evitiamo di copiare di sana pianta un intero post o anche una parte di esso;
- rispettiamo noi stessi e chi ci legge, non facciamogli credere di essere ciò che non siamo;
- linkare è conveniente, perché permette di far conoscere e farsi conoscere;
- cerchiamo di essere professionali, anche se scriviamo dall’orticello di casa nostra dobbiamo essere consapevoli che il mondo ci osserva, ci può criticare, ci può esaltare, ci potrebbe distruggere;
- non sottovalutiamo, i concetti di etica, correttezza, superiamo le invidie, le vanità personali e coltiviamo i principi di collaborazione e solidarietà;
- siamo spesso costretti a subire una mala informazione, passiva, sfruttiamo la capacità dei bloggers di confezionarsi da soli l’informazione che vogliono, senza condizionamenti;
- non ragioniamo unicamente in termini di prestigio personale, il prestigio si ottiene guadagnandosi la stima degli altri;
- non pensiamo alle piccolezze, come i grandi numeri del contatore del nostro sito;
- coltiviamo il senso di appartenenza ad una comunità collaborando, senza mettersi in competizione.
Proprio questo è il punto che mi sta più a cuore: coltivare regole di comportamento non scritte per la comunità dei bloggers e contribuire a diffonderle.
Come l’esperienza quotidiana ci insegna, i codici taciti spesso valgono molto di più delle leggi scolpite sulla pietra.
Io, che sono principalmente un educatore e che mi diletto nei miei blog per pura passione, spero che non si sprechi la splendida occasione di comunicare che abbiamo tra le mani che è il blog e voglio credere che il giocattolo duri ancora a lungo senza rompersi.
PS: per scrivere questo post ho attinto a piene mani dai numerosi post scritti da Pandemia e dal magnifico post di Orientalia4All (segnalato anch’esso da Pandemia) dal quale, tra le numerose idee, ho apprezzato l’invenzione del neologismo netiquette che uso come parola calda di questo post.
Bloggers e plagio
Pubblicato da Alberto
Il plagio in internet, ed in particolar modo nella blogosfera, va sempre più di moda. Se si pensa al mondo dei bloggers, sempre più numeroso e pieno di principianti, è un fatto abbastanza naturale, fisiologico.
Non si hanno idee, non si sa cosa scrivere e allora si fa una bella ricerca raffazzonata sul web, si trova il post giusto, copia e incolla, un sistemata all’aspetto, ai links, una ritoccatina alla grafica… e il furto è servito.
Sono stato appena vittima di un caso simile, riguardo un post di questo blog, mi sono infastidito, ma poi, grazie a i consigli degli amici, mi sono reso conto che non ne vale proprio la pena. In fondo sin dal liceo mi copiavano i compiti di matematica… e io mi facevo copiare pure volentieri, per un senso di solidarietà tra coetanei. Ci vorrebbe soltanto un po’ di correttezza.
Ci sono molte maniere per vendicarsi nel web, ma ne vale la pena? Sicuramente dipende da ciò che si copia, dalla sua impotranza e soprattutto da chi si appropria indebitamente di una fonte: più è “importante” il ladro, più logica è la vendetta.
La mia etica mi ipone 3 regole fondamentali:
- mettere tra virgolette o in corsivo il testo citato;
- riportare sempre la fonte, tramite un riferimento esplicito;
- linkare il post originale.
Quest’ultimo è il comportamento più corretto, è come dire: “mi hanno colpito queste parole di Tizio e queste altre di Caio, vai anche tu a vedere cosa dicono perché sono interessanti”.
E invece, come giustamente dice Pandemia, le fonti non le cita nemmeno Repubblica ed è una pratica piuttosto diffusa nelle principali testate italiane, figurarsi se lo fa l’ultimo dei bloggers!