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BubbleMind: mappe mentali al volo
Pubblicato da Alberto
Ho appena presentato Kayuda nel precedente post e arriva BubbleMind, altro servizio per la costruzione di mappe mentali online.
BubbleMind è semplice da usare, accattivante graficamente (in stile web 2.0) e aiuta ad organizzare efficientemente le nostre idee in modo visuale.
Contrariamente ad alcune applicazioni similari, questo strumento permette di creare mappe mentali al volo, in pochi minuti, salvarle e richiamarle quando si vuole.
A questo punto non mi rimane che fare il punto sugli strumenti per la costruzione di mappe mentali online, attraverso una lista:
Kayuda: mindmapping collaborativo
Pubblicato da Alberto
Questo blog si è occupato spesso di servizi online che permettono di plasmare le nostre idee costruendo mappe mentali, anche in forma collavorativa. Mi riferisco a Mindomo, Mindmeister, Bubbl.us e allo scomparso Mayomi.
Kayuda è un altro servizio similare che consente il brainstorming online, ossia la creazione di mappe mentali riguardo idee, progetti, strategie e qualsiasi altro utilizzo vogliamo attribuirgli.
Creato un account, si possono gestire le nostre mappe che potranno essere di sola lettura o anche di scrittura, consentire l’accesso ad altri utenti, invitarli a partecipare o mantenerele private.
La creazione è tipica e comune a quella di tutti gli strumenti di questo genere: nodi, collegamenti, aggiunta di note, immagini, navigazione della mappa dalla miniatura e zoom delle parti su cui si vuol intervenire.
Sebbene Mindmeister mi sembri ancora migliore e più completo, anche Kayuda merita di essere provato.
ClassMarker: generatore di esami tipo test per professori
Pubblicato da Alberto
ClassMarker è una’applicazione che consente ai professori di preparare un esame basato su uno o più test da redigere online.
Si possono allestire classi virtuali dove accreditare studenti (attraverso un codice che essi riceveranno con cui registrarsi) e creare test con domande a scelta multipla, a testo libero e a elenco puntato.
Lo strumento è semplice da usare e sicuro, gli allievi possono rispondere alle domande e gli insegnanti riservarsi di valutare successivamente in base ai propri impegni.
I test usati, modificati, possono anche essere riutilizzati in modo da rendere facile la prerparazioine dei materiali didattici.
Non so se si può attribuire ad uno strumento simile effettivo valore ai fini della valutazione, certamente rappresenta un’ottima risorsa per gli insegnanti (soprattutto cattedratici) che intendono migliorare la professione, proponendo una maniera dinamica e moderna di verificare la preparazione dei propri allievi.
soZiety: imparare le lingue tramite Skype
Pubblicato da Alberto
Un lettore, Mario, in un commento sul mio post su Itaki, mi segnala lo strumento per l’apprendimento delle lingue soZiety.
soZiety, è facile da usare e, basandosi su Skype, non si ha nemmeno bisogno di installare alcun software, basta indicare i requisiti della persona con cui si vuol parlare, lingua madre e lingua da apprendere.
Col la registrazione andiamo a far parte del nutrito database di soZiety. Mario sostiene che è divertente e che ha ricevuto aiuto nell’usarlo, ovviamente è necessario disporre di un account con Skype. Mi pare proprio un’idea intelligente.
Oltre il già citato Italki, fioriscono applicazioni web simili per l’apprendimento delle lingue straniere.
Segnalo anche Babilonic, per le lingue principali e place4langs, un’applicazione in stile web 2.0 in cui cercare persone per praticare scambi linguistici online con studenti o professori, scegliendo non solo l’idioma da praticare ma anche la città di residenza del nostro interlocutore.
WizIQ: il cerca professori
Pubblicato da Alberto
WizIQ è uno strumento online per persone avide di conoscenza.
In WizIQ si possono cercare professori di svariate discipline. Quando si trova il maestro desiderato vi possiamo interagire attraverso una lavagna virtuale, sfruttando la possibilità di scambiarsi messaggi e documenti.
Le materie e i gradi di scuola sono molteplici e se siete insegnanti potete registrarvi e fare in modo di essere contattati. Gli studenti possono segnalare i tutors che ritengono migliori.
WizIQ è una ventata di novità, un’idea fresca nel già dinamicissimo mondo dell’elearning.
Il Ministrero dell’Istruzione considera Internet come una droga
Pubblicato da Alberto
Leggo su Punto Informatico questa sconcertante notizia: La scuola tratta Internet come una droga. La riporto integralmente sotto:
Roma – È una novità di questi giorni la pubblicazione del piano triennale per il “benessere dello studente” del quale sono state pubblicate le linee guida dal ministero dell’Istruzione. Linee guida che possono lasciare a bocca aperta chi le legge.
Scrive Alessandro a Punto Informatico: “ho ascoltato questa mattina alla radio il Ministro Fioroni e sono rimasto allibito”. Il motivo? È presto detto. Nel documento si fa esplicito riferimento al piano nazionale del ministero della Salute Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari per il quale “sono in fase di realizzazione le seguenti attività”:
Presentazione delle linee guida nazionali congiunte rivolte agli operatori della scuola e della salute per prevenire l’obesità e i disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia) e prevenire i fenomeni di dipendenza (droghe, alcool, tabacco, farmaci, doping, internet).
“Ora ho capito finalmente – sottolinea Alessandro – come mai è stata staccata la rete internet delle scuole (vedi articolo su Punto Informatico). Sono allibito da questa retromarcia sulla tecnologia (assimilandola alla droga !!!!!) che le scuole stanno compiendo”.
Difficile dire se sia una retromarcia, di certo gli annunci su Internet che arrivano dal ministero dell’Istruzione in questi mesi hanno sorpreso molti. Ma forse una logica c’è. Magari qualcuno la scoprirà.
Paolo De Andreis
Rimango stupefatto e sconcertato. Dopo le circolari che invitano i professori a trasformarsi in carabinieri e a sequestrare costosi telefonini (neanche le stesse forze dell’ordine hanno tale potere) stabilendo essi stessi i criteri per farlo, dopo aver demonizzato YouTube e Google Video nella giusta crociata contro il bullismo, scagliandosi contro il mezzo e non contro il malcostume di quanti lo adoperano, dopo la figuraccia rimediata dal Ministro quando il suo sito personale, lasciato in mano ad improvvisati amministratori, fu tempestato da pornografia, ci mancava pure questa…
Come ho già avuto modo di dire in queste pagine, da insegnante sono proprio stufo di sentire continuamente notizie sul bullismo, spesso stravolte e strumentalizzate dai media.
Si demonizza il mezzo (il cellulare, internet), le colpe ricadono sulla scuola, come se fosse l’unica istituzione a cui demandare l’educazione dei nostri figli. Troppo comodo e poco costruttivo.
Dopo aver invocato misure restrittive “alla cinese” riguardo la politica per internet per poi fare una parziale retromarcia, arriva quest’ultima perla: internet come una droga.
Da appasionato, insegnante, operatore che ogni giorno si dedica con passione a trasmettere un messaggio positivo e possibilmente educativo riguardo le nuove tecnologie, mi sento colpito nel mio mondo, colpito ed affondato.
L’improvvisazione e l’estemporaneità di certi giudizi denota la totale ignoranza di gran parte dei nostri politici riguardo l’uso della Rete.
E’ triste constatre che mentre Eurostat diffonde dati secondo cui l’Italia è un Paese arretrato nell’uso di Internet e sulla conoscenza del computer da parte dei giovani della fascia di età tra 16 e 24 anni, mentre si sottraggono continuamente fondi alla scuole le quali non possono investire in infrastrutture tecnologiche e i cui laboratori d’informativa, spesso del tutto assenti, versano in condizioni di totale obsolescenza, l’unica iniziativa per tutelare il “benessere dello studente” sia quella di dirci che Internet è soltanto una forma di dipendeza assimilabile alla droga.
Mi piacerebbe sapere invece, cosa pensa di inventarsi il Ministro (quando smetterà di circondarsi di cattivi ed improvvisati consiglieri) per portare la scuola italiana almeno al livello della media europea nell’uso delle tecnologie dell’informazione?
Posso di certo sbagliarmi e chiedo scusa per lo sfogo.