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6pli: visualizzazione 3D e navigatore di siti web 2.0



6pli è un affascinate progetto del designer spagnolo di Santiago Ortiz (intervista) il cui obiettivo è sviluppare un nuovo sistema di visualizzazione per progetti web 2.0 come del.icio.us, Flickr e Youtube.

Lo schema lineare, accumulativo e cronologico di questi sistemi viene rotto e sostituito da uno spazio tridimensionale di lavoro che consente la comprensione integrale delle informazioni e che dà la priorità alla struttura dei contenuti e alla loro relazione.

In buona sostanza 6pli (ancora in fase alpha) consente si navigare nei segnalibri di uno o più account di del.icio.us, tramite tag, in un intreccio dinamico di relazioni, generando una sorta di ambiente semantico dinamico.

Lo strumento, sviluppato in Flash, genera un seducente risultato con vari metodi di visualizzazione (rete elastica in 3d e in 2D, cerchi 2D).

Per ora supporta soltanto l’esplorazione di alcune pagine di del.icio.us e si può chiedere un account allo sviluppatore tramite posta elettronica.

Tramite 6pli ho navigato nel mio del.icio.us e devo dire che è stata un’esperienza emozionate (http://www.6pli.com/terminal).


Il computer da 100 dollari in vendita ai filantropi americani a 400



L’ambizioso sogno di Nicholas Negroponte di produrre un computer a basso costo per sconfiggere il cosiddetto digital divide, ossia il divario digitale tra paesi ricchi e paesi con economie disagiate, durante la sua lunga genesi ha visto un inevitabile lievitazione dei costi.

Da 100 dollari sembra si sia arrivati quasi al doppio (188$). Per questo motivo è al via un’iniziativa per recuperare denaro in modo da tagliare i costi.

Dal 12 novembre sarà possibile acquistare uno di questi laptop a 399 dollari e di fare una donazione per consentire la spedizione di un altro computer a un bambino di un paese povero.

Lo schema è chiamato G1G1 (give one get one, ossia dai uno prendi uno). Il computer è dotato di memoria flash da 1 giga, 3 porte USB, 256 ram di memoria, scheda di rete wireless, un display da 7.5″, alimentazione a manovella e ovviamente di software opensource.

Un gran bel gadget.



Studiato e concepito come un mezzo per garantire a tutti i popoli del mondo l’accesso alla conoscenza e per cercare di favorire una scolarizzazione omogenea.

Per chi ancora non lo sapesse il progetto si chiama OLPC (One Laptop Per Child, ossia un computer per bambino).

Con circa 280 euro (al cambio attuale) si potrà disporre di 2 computer, uno per sé e uno da donare. Il problema è che l’iniziativa è rivolta soltanto ai cittadini americani e quindi noi europei simo esclusi da un’iniziativa a cui in molti avrebbero partecipato volentieri. Me compreso.

Via | Mashable


Freetown: una città dai muri infiniti



Il team di Freetown (Domenico in particolare) mi segnala la loro intelligente iniziativa di cui riporto volentieri la recensione:

“Freetown è una città fatta di muri potenzialmente infiniti; ogni utente registrato può entrare in città con la propria creazione e costruire un pezzo del muro più lungo del mondo.

In concreto registrandosi al sito, viene creata una cartella personale che raccoglie le proprie opere inserite. Ogni nuova immagine crea una nuova porzione di muro, contribuendo così alla sua crescita.

Freetown offre la possibilità di una passeggiata virtuale lungo un muro dove le opere non sono dettagli secondari del contesto ma l’essenza stessa.

Questa città è la nuova Utopia, dove specialisti e non potranno stare gli uni accanto agli altri, colorando la città e abbattendo il distacco personale, le differenze sociali, il silenzio umano delle nostre rumorosissime strade.

Il progetto di Freetown è un tentativo di riappropriarsi di uno spazio che nella nostra cerchia urbana, nel nostro vissuto, sentiamo di non avere a disposizione”.

In bocca al lupo!


Scratch: ambiente di programmazione visuale per bambini



Il collega insegnante Roberto Marcolin (aka Nilocram), già autore della versione italiana di Didapages, un programma che permette di creare libri multimediali e interattivi soprattutto per usi educativi mi segnala Scartch, un software open source, più precisamente un ambiente di programmazione visuale, sviluppato da un gruppo di ricerca presso il Multimedia Lab del MIT di Boston.

Riporto integralmente la sua recensione.

“Scratch usa dei mattoncini simili al Lego o ai pezzi del puzzle per costruire progetti multimediali che mettono assieme immagini, suoni, video ecc.. Il suo nome deriva proprio dalla tecnica dei disk jockey hip-hop che mixano i dischi facendoli ruotare con le mani. L’obiettivo fondamentale è quello di sviluppare nei bambini anche le abilità creative nell’uso dei computer, seguendo le indicazioni del costruzionismo di Seymour Papert; si può considerare Scratch uno sviluppo multimediale del vecchio Logo.

La prima edizione ufficiale è uscita a gennaio ed è disponibile per Mac e Windows (lo sviluppo di una versione Linux è comunque in programma); è possibile scegliere tra diverse lingue per i nomi dei mattoncini (che poi servono a costruire gli script) e, incredibile a dirsi, c’è anche l’italiano (la traduzione dei mattoncini è di Mauro Di Blasi).

Il sito di Scartch è costruito sul modello del web 2.0: non solo è possibile scaricare il programma, ma la registrazione al sito permette di scaricare i progetti messi in condivisione dagli altri utenti, di inserire e condividere i propri progetti, di contattare gli altri utenti ecc.. Una volta scaricati in locale i progetti possono essere smontati e modificati con Scratch.

Il programma è basato su Java, per visualizzare i diversi progetti presenti nel sito occorre installare il runtime Java.

Seguivo da un po’ l’evolversi del progetto, così ho pensato di tradurre in italiano un tutorial introduttivo, lo trovi in rete a questo indirizzo, oppure puoi scaricarlo in formato .pdf insieme ad altri documenti di presentazione da qui.

I progetti di Scratch sono applet Java, perciò possono essere inseriti in pagine html, puoi vedere un piccolo esempio qui

Scratch è stato sviluppato dal gruppo di ricerca del Medialab sulla base di Squeak, un ambiente di sviluppo ancora più interessante, basti pensare che il programma è inserito nel “computer da 100 dollari”, il progetto One Laptop Per Child di Nicholas Negroponte , ma che al momento non ha un’interfaccia in italiano.

Scratch mi sembra un programma molto interessante e particolarmente adatto ai bambini, il problema è quello di trovare dei canali di diffusione nel mondo della scuola, forse anche tu può aiutarmi nell’impresa… ;-)”

Grazie Nilocam e in bocca al lupo!


Share Icon: un’icona per tutte

“Una sola icona per rappresentare l’atto generico di condividere una pagina web”, questo è l’obiettivo del progetto Share Icon. Ciò significa disfarsi della moltitudine di icone dei servizi di social sharing e bookmarking per usarne una sola che li rappresenta tutti.

Il numero di questi servizi è sempre più ingombrante (del.icio.us, digg, Furl, Newsvine, Reddit, ecc.) ed è ormai necessario e logico astrarre tutti questi links sotto un’unica icona per evitare il sovraccarico, anche perché sono francamente inutili e contribuiscono a generare links gratuiti sempre ai soliti servizi.

Io ho cominciato ad usarla (come potete vedere in fondo al post) anche per migliorare la leggibilità e l’usabilità del blog. Ho usato un comodo plugin per WordPress, pur mancando dei servizi italiani come OKNOtizie o Segnalo (e Bloglines, il mio lettore RSS preferito).

Gli spagnoli hanno già provveduto in tal senso con un plugin per i servizi di quel paese, attendo un bravo programmatore che fornisca anche una versione italiana (ho provato a lanciare quest’imput…)).

Cosa vi sembra dell’idea? Spero che molti inizino a condividerla e se la pensate come me contribuite a diffondere il messaggio.

Sopra le 3 icone del progetto. Le notizie sull’iniziativa possono essere condivise su del.icio.us attraverso la tag “share-icon”, allo stesso modo si possono aggiungere su Flickr le immagini per proporre una propria idea concettuale dell’icona. A me personalmente già piace quella attualmente in uso.

I progetti educativi di Google

Google, in collaborazione con Unesco e LitCam, lancia The Literacy Project.

Un progetto dove risiedono risorse per insegnanti, organizzazioni letterarie e per chiunque sia interessato alla lettura e all’educazione.

The Literacy Project per il momento integra e offre 6 servizi:

  • Book Search: ricerca di libri su Google
  • Scholar: ricerca di articoli accademici, letteratura e di risorse di altre discipline, andando a ritroso nel tempo fino a cento anni fa!
  • Video: ricerca di video realizzati da scuole, organizzazioni ed educatori
  • Maps: ricerca di organizzazioni letterarie in tutto il mondo tramite Google Maps
  • Blogger: la famosa piattaforma per la creazione di blogs, blogs scolastici ed edublogs
  • Groups: gruppi, forum, idee e dibattiti sui temi citati, creazione di mailing list e conversazioni dinamiche, ricerca nei blogs

Per ora il progetto è soltanto in inglese e tedesco. Mi auguro che venga esteso al più presto ad altre lingue e anche all’italiano.

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Maestro Alberto Scuola Primaria

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