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Maestro Alberto su Radio Rai 3 Scienza: una breve intervista
Pubblicato da Alberto
Oggi ho avuto il piacere di partecipare alla trasmissione di Radio Rai 3 Scienza Il Terzo Anello dedicata alla Scuola 2.0.
Abbiamo parlato, molto rapidamente di del.icio.us e del motore di ricerca per la scuola primaria Ricerche Maestre da me creato e gestito con altre tre bravissime insegnanti super qualificate.
Ero un po’ emozionato e quando parlavo della moda del momento della blogosfera mi riferivo a Twitter e non a del.icio.us.
Del resto non è semplice spiegare in due parole al grosso pubblico i meccanismi complessi del social bookmarking e e dei motori di ricerca personalizzati…
E’ stata comunque un’esperienza positiva anche se preferisco decisamente esprimermi scrivendo.
Ascolta il podcast.
ClassTools: generatore di giochi, diagrammi ed attività educative personalizzate
Pubblicato da Alberto
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ClassTools è semplicemente il massimo che un insegnante appassionato di tecnologia possa reperire in rete. Si tratta di un’applicazione web che permette di creare utili strumenti educativi sotto forma di gioco.
Le risorse da costruire sono per il momento quindici. Ne cito alcune: Post It per prendere rapidi appunti, digrammi di vario genere, linee del tempo per visualizzare e contestualizzare eventi storici, grafici, puzzle, strumenti di analisi e di programmazione delle lezioni.
Ogni risorsa ha una sua guida passo passo che mostra le opzioni e le varie possibilità.
Con ClassTools è molto semplice costruire un’attività su misura in base ai bisogni degli allievi. Il servizio è gratuito e aperto alle proposte degli utenti.
Non c’è bisogno di registrarsi e, una volta generato il nostro gioco educativo o la nostra attività, la si può inserire in una pagina web (vedi esempi) attraverso un semplice copia incolla di una porzione di codice HTML.
Non solo, gli si può assegnare un link permanente (esempio)) in modo da ritrovarlo disponibile online in una pagina web. Essa può essere anche scaricata come file HTML, usata ed aperta offline con un qualsiasi browser.
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Insomma uno strumento educativo eccellente, dinamico, personalizzabile, perfetto per creare materiali didattici.
ClassTools mette a disposizione agli insegnanti anche un potente mezzo per inserire giochi ed attività nei propri siti personali o magari anche in quello della scuola.
Una grande risorsa che si presta agli scopi più variegati, creativa e divertente. Sarebbe davvero fantastico se la piattaforma potesse essere del tutto aperta alle proposte degli educatori e ad altre lingue oltre all’Inglese.
Per ora comunque va già molto bene così com’è.
Da un’ieda del creatore di Archive History, via Momb.
Kindersay: i bambini apprendono l’Inglese divertendosi
Pubblicato da Alberto
Kindersay è un’applicazione web dedicata a bambini e famiglie che consente di apprendere il lessico base dell’Inglese divertendosi.
Ci sono più di 500 figure e disegni accompagnati da un clip con una signorina che offre una perfetta pronuncia della parola corrispondente.
Kindersay, quindi, è un sito educativo rivolto ai bambini lingua madre Inglese in età prescolare, ma che può essere usato con soddisfazione anche dai nostri bambini per apprendere il vocabolario essenziale.
Potrebbe benissimo essere utilizzato anche dagli insegnanti delle Scuole Primarie per organizzare le proprie lezioni in laboratorio.
Kindersay propone anche una zona a pagamento dove gli utenti possono caricare immagini personali, organizzarsi un vero e proprio ambiente di apprendimento personalizzato per tutta la famiglia, creare lezioni e presentazioni, salvare le immagini preferite.
La parte gratuita, tuttavia, è più che sufficiente, per lo studio e lo svago dei bambini italiani.
Via | Go2Web2.net
EduSim: ambiente virtuale per la didattica interattiva
Pubblicato da Alberto
EduSim (Educational Simulation) è una affascinate strumento didattico pensato per gli insegnanti.
Si tratta di un ambiente virtuale interattivo in 3D per simulare vere e proprie lezioni per tutti i livelli di scuola, dalle elementari alle superiori.
Nella piattaforma possono essere inseriti video, immagini, musiche, testi i quali possono essere modificati in vari modi: ruotati, girati capovolti, spostati, trasformati e resi tridimensionali in una specie di divertente gioco educativo.
Può naturalmente essere usata per scopi diversi, come strumento di supporto nelle riunioni di gruppo per esempio.
L’accostamento con Second Life viene spontaneo. Il video sopra, tuttavia, vale più di qualsiasi spiegazione.
L’applicazione per ora è disponibile per il download soltanto per Mac (ma presto lo sarà anche per Windows).
Potrebbe essere effettivamente usata a scuola? Se penso allo stato dei laboratori d’informatica delle scuole italiane e alla qualità insegnamento delle materie tecnologiche nei vari ordini di scuola mi viene da ridere… Non conosco troppe scuole ricche con insegnanti geek!
Una recensione più approfondita su Religione 2.0 e una presentazione su SlideShare.
Via | Mashable
Sketchcast: lavagna virtuale online
Pubblicato da Alberto
Ho letto circa una decina di recensioni su Sketchcast, in inglese, spagnolo e italiano, dove l’applicazione viene definita nei modi più disparati: strumento per disegnare e fare schizzi, registratore di disegni, strumento per creare presentazioni, per inserire disegni nei blog, per condividere idee e appunti in forma grafica, screencasting creativo, lo YouTube degli schizzi.
In effetti è un po’ di tutto questo. Si tratta infatti di un’applicazione web che ci fornisce un’area, una sorta di lavagna virtuale, in cui si può disegnare e scrivere con il mouse ciò che si vuole. Tutto il nostro lavoro viene registrato e si può anche aggiungere un commento audio.
Una volta terminato lo Sketchcast, possiamo salvarlo, pubblicarlo, condividerlo, inviarlo per posta elettronica ed inserirlo in una pagina web tramite codice.
L’utente registrato (come in tutte le reti sociali degne di tale nome) può valutare e votare i lavori degli altri, lasciare commenti e sottoscrivere i vari canali personali tramite rss.
Sketchcast (disponibile anche in italiano) è munito di alcuni semplici strumenti grafici (paletta colori, testo) e di un pulsante che consente di fermare la registrazione in modo da modificare la creazione o correggere un errore.
Non è difficile immaginare un suo utilizzo anche in campo didattico, non solo per l’apprendimento a distanza, ma anche per sostituire ed integrare l’ormai generalizzato uso di PowerPoint nelle lezioni multimediali via computer o via web.
Come ho già scritto nel titolo, Sketchcast potrebbe benissimo essere usato da insegnanti, uomini d’affari e formatori di vario genere come pura e semplice lavagna virtuale in cui il mouse sostituisce i classici gessetti.
Via | Google Blogoscoped
Il computer da 100 dollari in vendita ai filantropi americani a 400
Pubblicato da Alberto
L’ambizioso sogno di Nicholas Negroponte di produrre un computer a basso costo per sconfiggere il cosiddetto digital divide, ossia il divario digitale tra paesi ricchi e paesi con economie disagiate, durante la sua lunga genesi ha visto un inevitabile lievitazione dei costi.
Da 100 dollari sembra si sia arrivati quasi al doppio (188$). Per questo motivo è al via un’iniziativa per recuperare denaro in modo da tagliare i costi.
Dal 12 novembre sarà possibile acquistare uno di questi laptop a 399 dollari e di fare una donazione per consentire la spedizione di un altro computer a un bambino di un paese povero.
Lo schema è chiamato G1G1 (give one get one, ossia dai uno prendi uno). Il computer è dotato di memoria flash da 1 giga, 3 porte USB, 256 ram di memoria, scheda di rete wireless, un display da 7.5″, alimentazione a manovella e ovviamente di software opensource.
Un gran bel gadget.
Studiato e concepito come un mezzo per garantire a tutti i popoli del mondo l’accesso alla conoscenza e per cercare di favorire una scolarizzazione omogenea.
Per chi ancora non lo sapesse il progetto si chiama OLPC (One Laptop Per Child, ossia un computer per bambino).
Con circa 280 euro (al cambio attuale) si potrà disporre di 2 computer, uno per sé e uno da donare. Il problema è che l’iniziativa è rivolta soltanto ai cittadini americani e quindi noi europei simo esclusi da un’iniziativa a cui in molti avrebbero partecipato volentieri. Me compreso.
Via | Mashable